Alessandro Fergola
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A tutto colore

di Germano Beringhelli, domenica 3 maggio 1998

Il lavoro - supplemento di Repubblica, Anno di pubblicazione 1998

Al di là del trompe-l'oeil concettuale (Magritte, attraverso Duchamp) e tecnico (Delfina Camurati), la personale di Alessandro Fergola alla "Orti Sauli", ha protagonista fondamentale il colore, laddove esso persegue lo scopo primario di contribuire tanto alla identificazione delle cose rappresentate come della luce che le costituisce virtualmente sul quadro. Nel caso in questione, consapevole che la rappresentazione di una piega non è una piega, l'autore si concede l'abbandono ai capricci (al virtuosismo di resa), della fantasia pur corrispondendo alle peculairità della forma nello specifico di intensità e qualità.

Fondata sull'esperienza dello spazio, la funzione del colore è quella di far penetrare l'occhio nel mondo sensibile (Delacroix in polemica con Ingres, asseriva che "i colori sono la musica degli occhi e si combinano come le note... ") e, invero, nelle opere di Fergola costituisce prevalentemente di stesure cromatiche a volute barocche, autonome da referenzialità mimetiche, ma non dalla oggettività plastica, essa, la funzione del colore, ha per scopo il dire soprattutto di sè.

E', perciò, come se la pittura volgesse alla ricerca del proprio senso e se il ritmo sinuoso impresso alla materia cromatica da Fergola, volesse esprimere la propria visibilità, l'accumulazione (o la sottrazione) progressiva delle stratificazioni trasparenti e leggere.

Al di là delle apparenze non si tratta assolutamente di astrattismo e la pittura di Fergola, di conseguenza, non mira certo a designare, comunque, una condizione della coscienza.

Quanto si vede non un analogo simbolico di una qualche accensione spirituale. Non è, infatti, la realtà interiore, propria alle proposizioni astratte, a muovere Fergola; se mai la sua intenzione è, a mio parere, quella di approfondire le ragioni di un ingrediente linguistico concreto, appunto il colore, che rende possibile la reificazione pittorica di una immagine figurale.

Gli stessi titoli delle opere ("Prenozione", "Tondo Zagreo", "Entropia"), dicono una condizione "mentale" o "fisica" perseguita facendo, attraverso la pittura, un affine metaforico: barocco, luministico, romantico.

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