di Maurizio De Negri, mercoledì 28 gennaio 2015
Il “processo pittorico” di Fergola si esprime in uno svolgimento consequenziale, non focalizzato su di un tema limitato e definito (come nell’arte “figurativa”).
Procede sempre oltre, condotto da una ineludibile concatenazione razionale, ma con continue e profonde interferenze emozionali, in buona misura proiettive.
Nel suo processo pittorico si riconosce, quindi, una consequenzialità razionale commista a una consequenzialità emozionale, e (non ultima), ad una splendida consequenzialità formale e coloristica (propriamente “pittorica”), che costituisce di Fergola il massimo impegno e la massima originalità.
Ne scaturisce una sintesi dinamica in un perpetuo moto.
Nelle sue opere (pur se ognuna in se stessa conclusa), è difficile isolare un momento di inizio e un momento di fine. Sono opere sempre in atto e in divenire, com’è appunto il vissuto coscienziale.
L’apparente ripetitività in opere in successione è espressione di una inesausta e tormentosa ricerca di autenticità.
Genova, 28 gennaio 2015 Maurizio De Negri